La storia in piedi. Mi sento di definire così i testimoni di vicende e
periodi storici che raccontano ciò che hanno visto e vissuto.
I manuali di storia sono scritti in terza persona, si sa, espongono
ricostruzioni di avvenimenti, date, personaggi, fatti, cause e conseguenze. La
testimonianza storica, invece, fa entrare in mezzo ai fatti il portato
individuale (si dice così) di chi li ha vissuti quei fatti, e li racconta per
iscritto, o ne parla al cospetto di altri che non si accontentano di un saggio
stampato.
È la storia in piedi, appunto. Viva, sorprendentemente attuale, gravata
dagli anni e allo stesso tempo lucida, potente, capace di
traghettare il
passato lontano nel presente con la forza della parola detta e dello sguardo
rivolto a chi ascolta.
Un lungo preambolo per introdurre un nome, Elena Servi, classe 1930,
cittadina italiana, cittadina di Pitigliano, ebrea, testimone della Shoah,
testimone lucida delle leggi razziali del 1938, e di ciò che ne è conseguito.
Una signora di quasi novanta anni che parla agli adolescenti di terza media e
agli adulti presenti per quasi quaranta
minuti, in piedi, per sua scelta. E racconta di sé bambina, della sua famiglia,
di come si viveva in quel periodo; spiega la discriminazione razziale come non
l’avevamo forse mai intesa. È minuta la signora Elena, ma è un gigante
quando parla.
È il 31 gennaio 2020, mattina, orario scolastico. Presso la Scuola Media di
Pescia Romana si svolge una intensa celebrazione organizzata
dall’Amministrazione comunale di Montalto nella persona dell’Assessore Silvia
Nardi, in accordo con l’Istituto Comprensivo della città. Il tema di fondo è la
giornata della Memoria; in realtà è solo l’abbrivio per parlare di
diversità, di storia, di territorio montaltese, di migrazioni, di valori e
disvalori (come l’odio, che genera discriminazioni a qualsiasi latitudine). E
ancora: di confini, di viaggi in mare, di profughi, di Terra Promessa.
Che bella opportunità per i ragazzi dell’I.C. di Montalto di Castro! Che
privilegio per gli insegnanti della scuola, per i genitori intervenuti e per
tutti i presenti.
L’incontro avviene a Pescia Romana, non per caso. Parte della cerimonia si
sarebbe dovuta svolgere in spiaggia, ma il maltempo non lo ha consentito.
Pochissimi sanno che il lido di Pescia è stato sede, nel dicembre del 1947,
dell’imbarco su
un bastimento di circa 530 profughi ebrei scampati alla Shoah,
con destinazione la Palestina. Ne parla Ada Sereni nel libro “I clandestini
del mare” (Mursia editore). Dunque Pescia Romana come luogo simbolico e per
nulla astratto per parlare di memoria. Non solo. Nelle riflessioni che sono
emerse durante la manifestazione, gli studenti e i loro insegnanti hanno voluto
creare un parallelo tra la Terra Promessa di biblica memoria e la stessa terra
di Pescia Romana, a suo modo “terra promessa” per tutti coloro che dagli
anni Cinquanta del secolo scorso fino ad oggi sono migrati in questo
territorio, in cerca di futuro migliore e di lavoro più dignitoso. Ci sono
stati alunni che hanno riflettuto su questo parallelo, dicendo che questa è
storia loro; c’è perfino chi ha detto: «Prof, essere migranti non è una parola
astratta per me, il babbo ha affrontato il viaggio in mare per venire qui».
Di qui i simboli del viaggio dell’emigrazione, tenuti
in bella vista nella
palestra della scuola dove si è svolta la cerimonia: due valigie in cartone
pressato, autentici contenitori di vita per un sopravvissuto, o un profugo. Di
qui i disegni realizzati dagli alunni sulla tematica “confini”, e le tante
letture svolte dai ragazzi, fino al momento particolarmente solenne in cui
tutti gli studenti, ad uno ad uno, in fila, hanno pronunciato ciascuno il nome
di un non sopravvissuto alla Shoah.
A fare da cornice solo il suono di una piccola campanella, e il silenzio
intorno a noi.
Risuonano, per noi presenti alla manifestazione, e più che mai per la
signora Elena Servi, le parole di una delle insegnanti che hanno preparato i
ragazzi: “Il passato non è garanzia del presente, né per gli ebrei né per il
resto del mondo”. Profondamente vero, soprattutto oggi.
Prof. Alberto Puri
(Docente di Lettere I.C. Montalto di
Castro)
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