Rete delle grandi Macchine a spalla italiane.
Viterbo rappresentata da Spirale di Fede
Inaugurata ieri la mostra Con
straordinario Trasporto allo Studio Museo Francesco Messina a Milano. L'evento,
in programma fino al prossimo 14 febbraio, è dedicato alla Rete delle grandi
Macchine a Spalla italiane - di cui fa parte anche la Macchina di Santa Rosa -
riconosciuta dall'Unesco patrimonio immateriale dell'umanità.
Alla
cerimonia di inaugurazione, preceduta dalla conferenza stampa, sono intervenuti
il sindaco di Viterbo Giovanni Maria Arena insieme all'assessore alla cultura
Marco De Carolis. La mostra, a cura di Patrizia Nardi, responsabile tecnico
scientifico progetti UNESCO Rete delle Macchine, Maria Fratelli, dirigente
servizio Case Museo e Progetti Speciali Comune di Milano e dell'antropologa Patrizia
Giancotti, vede per la prima volta in
mostra e per la prima volta insieme, i Gigli di
Nola, la Varia di Palmi, la
Macchina di Santa Rosa di Viterbo, i Candelieri di Sassari.
“A rappresentare la
città di Viterbo, in questo contesto espositivo, nel centro di Milano - ha
spiegato l'assessore De Carolis – ci sarà Spirale di Fede, la
minimacchina di Santa
Rosa che in questi anni ha sfilato al quartiere Pilastro. La versione
originale, ideata da Maria Antonietta
Palazzetti e Rosario Valeri, lo ricordiamo, ha sfilato il 3 settembre per le
vie di Viterbo dal 1979 al 1985, ed è stata la Macchina che ha ammirato e
apprezzato Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita pastorale a Viterbo, il
27 maggio 1984, visita per quale fu realizzato un Trasporto straordinario.
Un
momento di grande promozione della nostra città – ha aggiunto l'assessore De
Carolis – in un contesto prestigioso e unico come lo Studio Museo Francesco
Messina nel centro di Milano, per ben due mesi.
Una grande occasione che ci
viene offerta grazie al prezioso lavoro di chi da sempre opera per la
promozione della Rete delle Grandi Macchine a Spalla, la coordinatrice Patrizia
Nardi, responsabile del progetto Unesco.
Il nostro ringraziamento, per questa
grande opportunità, è rivolto anche al dirigente del servizio Casa Museo e
Progetti speciali Maria Fratelli. Un'opportunità che, ne sono certo, darà
grande visibilità alla nostra storia, alla nostra tradizione e alla nostra
festa più bella”. “Ieri, in occasione del mio intervento all'inaugurazione di
questa prestigiosa mostra – ha spiegato il sindaco Arena - ho portato i
saluti della città di Viterbo.
Il simbolo della nostra tradizione è esposto al
centro di Milano.
Le parole e la presenza dell'assessore alla cultura del Comune
di Milano Filippo Del Corno, in rappresentanza del sindaco Sala, hanno
indubbiamente rafforzato e confermato l'importante valore di questa mostra,
ospitata nella storica chiesa sconsacrata di San Sisto. La tantissima gente che
ieri pomeriggio, anche sotto la pioggia, ha pazientemente atteso di vedere
mostra, lascia intendere una grande attenzione e un grande interesse verso
questa importante rappresentanza del nostro patrimonio cittadino e nazionale”.
Il Museo, realizzato all'interno della chiesa sconsacrata di San Sisto,
fu atelier di uno dei più rappresentativi maestri della scultura figurativa del
Novecento, Francesco Messina. Uno spazio dell'arte "accademica" dove
lo stesso homo faber è al servizio del sacro, della comunità, o della propria
ispirazione d'artista, e dove saranno esposte, fino al prossimo 14 febbraio,
queste opere storiche, forgiate da artigiani, architetti e scultori.
Torri come
il Giglio di Nola che svetterà dal piano inferiore fino alla cupola, “Spirale
di Fede” che riproduce una storica Macchina di Santa Rosa, la struttura
"svestita" della gigantesca Varia di Palmi sulla cui cima il giorno
della festa "vola" una bambina, i Candelieri di Sassari con i loro
nastri colorati e, infine, i Ceri di Gubbio, "Ceri mezzani" in arrivo
dalla gloriosa “Corsa” eugubina, ricongiunta alle altre quattro feste in attesa
dell'estensione della candidatura UNESCO della Rete, in corso di definizione.
Alle strutture "a riposo", private delle centinaia di corpi che le
sostengono e le animano durante il faticoso percorso, rispondono le “macchine
vive” nelle opere filmiche che, con un complesso sistema di proiezione sulla
volta, offrono al pubblico l'affresco digitale di questo straordinario
trasporto.
L'addetto stampa
Cristina Pallotta
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