Era il gennaio del 2003 quando l’allora Segretario Generale della Difesa approvò la precedente circolare sugli straordinari. In questi giorni ne è stata emanata una nuova, elaborata anche sulla base di nuovi riferimenti normativi in vigore, recependo i contenuti del decreto interministeriale del 21 dicembre 2020, a firma dei Ministri della Difesa e dell’Economia e Finanze che ha sostanzialmente aumentato i limiti orari individuali in materia di “compenso di lavoro straordinario”, con specifico riferimento alla fissazione del monte ore annuo pro capite e delle relative maggiorazioni.
Inoltre, la nuova direttiva (che troverete sul nostro sito www.itamil.org) recepisce le proposte formulate dai Vertici militari in termini di applicazione della flessibilità per l’articolazione dell’orario
settimanale con l’individuazione di fasce orarie entro le quali è consentito l’inizio e il termine delle attività lavorative, prevista dall’art. 10, comma 7, del Decreto del Presidente della Repubblica n. 225/1999. Ciò anche quale misura per contrastare la crisi pandemica.Rimandando l’esame della direttiva a un secondo
momento, questo Sindacato ITAMIL ritiene opportuno riaccendere i
riflettori sul citato Decreto Interministeriale che già lo
scorso anno aveva destato delle curiosità e perplessità.
Infatti, la prima sensazione era stata quella
dell’ennesimo regalo natalizio del Vertice politico del Dicastero
(impacchettato dopo 21 anni, dall’ultimo provvedimento dei Ministri VISCO e
SCOGNAMIGLIO) alla dirigenza militare, anche se poi le novità introdotte sembrerebbero
estese a tutto il personale militare e a decorrere dall’anno finanziario 2020.
Infatti il decreto interministeriale prevedeva:
- l’innalzamento dei tetti massimi annuali individuali a 450 ore;
- la maggiorazione di detti tetti fino ad un massimo del 70%, elevabile, in caso di straordinarie esigenze di carattere emergenziale (quale quella pandemica in atto) al 100%,
portando a dei risvolti epocali, rispetto
alle precedenti norme, in termini di incrementi dei tetti massimi annuali pagabili (450 ore) validi
per tutto il personale militare,
con possibilità di aumento a circa 765 o addirittura a 900 ore (per quest’ultima previsione è necessaria però l’autorizzazione di un alto dirigente).
A distanza di un
anno, quindi, ITAMIL si chiede quali siano i risultati dell’applicazione di
questo decreto interministeriale per gli anni 2020 e 2021. Infatti, sarebbe
disdicevole scoprire che in questi anni in cui tutto il personale militare dell’Esercito
è stato impiegato in innumerevoli attività per la gestione della crisi pandemica, emergessero delle sperequazioni
retributive tra chi ha lavorato all’interno di comandi
e staff e chi invece ha operato e continua a farlo, sul terreno.
Inoltre, Itamil ritiene
che debba essere consolidato in tutti
i comandanti, responsabili della gestione degli straordinari, il principio, normativamente
riconosciuto e confermato anche
dalla recente circolare, che il compenso in denaro delle prestazioni eccedenti l’orario di lavoro settimanale è da considerarsi quale forma di remunerazione prioritaria rispetto al recupero compensativo.
A tal riguardo, Itamil ha presentato un accesso civico
generalizzato agli uffici competenti per la diretta trattazione, informando il
Responsabile del trattamento dei Dati della Difesa e quello per la prevenzione
della Corruzione, per chiedere di
conoscere la ripartizione delle risorse destinate al pagamento del lavoro straordinario, distinta per ruoli, verificando
che il ricorso all’istituto del
recupero compensativo sia avvenuto solo in via eccezionale e senza sperequazioni tra categorie. E
comprendere anche se il pagamento della cifra massima di 900 ore sia stato
destinato a tutte le categorie.
Inoltre, verrà chiesto successivamente di prevedere in sede normativa:
• la possibilità di differire il pagamento di ore di straordinario non remunerabili per carenza di fondi, negli anni successivi, fino
ad avvenuta copertura finanziaria:
• la ripartizione di un tetto salariale mensile
minimo a tutte le categorie del personale della Forza Armata.
Riteniamo poi che la recente
concertazione economica sia stata un’occasione persa per garantire a
tutti pari diritti,
rivedendo in maniera più equa ed
equilibrata gli importi attribuiti per i compensi dello straordinario tra categorie dove
l’attuale retribuzione di un graduato è pari circa a 1/3 di
quella di un
dirigente. Ricordiamo
poi che il pagamento dello straordinario ai dirigenti sembrerebbe essere
un'anomalia del mondo militare.
Crediamo che sia inaccettabile mantenere ancora una sperequazione di
trattamento per il pagamento del Fondo Efficienza Servizi Istituzionali tra chi
presta servizio negli Organi Centrali e chi opera in periferia. Ciò anche alla
luce del provvedimento a firma del Capo di Stato maggiore della Difesa che ha
riconosciuto, in larga parte alla categoria ufficiali che ricoprono incarichi
presso gli Stati Maggiori, l’indennità di comando, con
pagamento retroattivo di un anno (regalando di fatto circa 1200 euro pro capite),
non prendendo minimamente in considerazione tutti i sergenti e i graduati che
esercitano l'attività di comando delle loro squadre in operazioni e in
territorio nazionale.
Infine, Itamil conferma il proprio disappunto per i ritardi per il
conseguimento delle promozioni dei marescialli, sergenti e graduati. Su questo
aspetto accenderemo presto i nostri riflettori con proposte concrete.
PIÙ DIRITTI PER TUTTI E MENO PRIVILEGI PER POCHI!
Sindacato Itamil Esercito
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