Lo aveva già annunciato a poche ore dall’elezione: Alessandro
Giulivi non sarebbe stato il Sindaco di tutti. Ne abbiamo l’ennesima riprova.
Alla luce delle dichiarazioni rilasciate durante l’ultima
conferenza stampa, che non possiamo che definire imbarazzanti, si deduce che la
collaborazione con un’Amministrazione che impone e non dialoga diventi sempre
più difficile.
Le parole del Sindaco lasciano poco spazio
all’interpretazione: al Lido è colpa dei gestori se le recenti mareggiate hanno
divorato il litorale, e mentre questi affrontano le difficoltà dovute alle
intemperie di questi giorni, il primo cittadino si concede una battuta – che
dev’essergli parsa simpatica – affermando che chiederà aiuto in Vaticano per
spostare le mareggiate. Crediamo che
un’affermazione simile non necessiti commenti.
E il Presepe Vivente? Questione liquidata in maniera rapida e semplicistica: non si è svolto per presunti dissidi all’interno dell’associazione organizzatrice.
un’affermazione simile non necessiti commenti.
E il Presepe Vivente? Questione liquidata in maniera rapida e semplicistica: non si è svolto per presunti dissidi all’interno dell’associazione organizzatrice.
Il mestiere tanto italico dello “scaricabarile”.
Il Lido di Tarquinia è in attesa di una poderosa
riqualificazione che funga da volano per rilanciare il turismo. La questione
della destagionalizzazione non esclude la necessità di interventi volti ad
arginare fenomeni atmosferici di forte intensità come quelli accaduti il mese
scorso. I soldi pubblici per il ripascimento sono stati stanziati: oltre 100.000
€ dalla Regione Lazio per i lavori - già in opera da metà dicembre – alla Foce
di Ponente e a quella di Levante, a fronte dei 2.5 milioni di euro sbloccati
dal Ministero dell’Ambiente e disponibili da febbraio 2020 per il piano
relativo al dissesto idrogeologico nell’area della Riserva Naturale delle
Saline.
Il fatto che il Presepe Vivente sia una “cosa di paese”, in
realtà, ci inorgoglisce anche. Una “cosa di paese” avviene quando parte della
comunità si unisce e collabora per un fine comune. Un fine, in questo caso, che
ha dato lustro alla città sin dalla sua prima edizione ed è andato
arricchendosi negli anni. Se si dialogasse con la cittadinanza ci si renderebbe
conto di quanto la nostra piccola economia – piccola, Sindaco, perché siamo a
Tarquinia non a New York – abbia risentito dell’assenza di questa
manifestazione.
Riempirsi la bocca della parola “cultura” colpendo chi se ne
fa promotore non è utile, e di segnali inequivocabili della direzione
intrapresa ne abbiamo avuti in abbondanza.
Una “buona amministrazione” è quella in grado di mantenere
l’esistente ed adeguarlo a standard di efficienza sempre maggiori, non quella
che eradica il tessuto sociale di una comunità e la decontestualizza.
Deve essere Tarquinia il nostro modello, con le sue eccellenze
nei più svariati ambiti culturali che vanno valorizzate, collocate.
L’arroganza delle parole non va, per il momento, di pari
passo con la capacità di amministrare.
Adesso, signor Sindaco, ci si occupi del quotidiano, delle
buche nelle strade, di combattere per riportare l’ambulatorio oncologico a
pieno regime, di approntare un piano per l’igiene pubblica. Ci si occupi intanto
di mantenere – ed anzi, incentivare – le realtà già esistenti, fornendo
sostegno ed individuando soluzioni, rendendo l’amministrazione la prima
promotrice di miglioramento di iniziative certamente private, ma che recano
lustro a tutta la cittadinanza. Buona amministrazione significa anche favorire
– e non contrastare – l’associazionismo volontario, significa ricercare
soluzioni e non individuare colpevoli. Soltanto dopo si potrà pensare in grande.
Partito Democratico
Circolo “Domenico Emanuelli” Tarquinia
Nessun commento:
Posta un commento